Riccardo Davola Corte at Primalinea Studio / Rome

Riccardo Davola Corte, In My Darkness Hours

A cura di Eliseo Sonnino Di Laudadio e Domiziana Febbi

28 Gennaio / 18 Febbraio, 2023

PrimaLinea Studio 
Via Giovan Battista Gandino 31, Roma

IN MY DARKEST HOUR racconta di un viaggio che inizia nell'oscurità di un’immaginaria stanza delle meraviglie: un luogo d'ombra, carico di curiosità inquietanti e straordinarie, in cui scene di guerra e figure mitologiche si accalcano reclamando ordine. La ricerca dell'artista principia nell’oscurità caotica della mente - luogo capace di grande ostilità, prigione inespugnabile in cui la certezza è un'illusione e la stabilità non esiste - dove ciò che ora incanta, dopo potrebbe turbare (e viceversa). Il percorso introspettivo che intraprende è illuminato dal confronto con i suoi maestri, Tintoretto, Osvaldo Licini e Goya come stelle lo guidano attraverso questa dimensione precipiziale. Procede mosso dall’urgenza di comprendere e mettere in relazione gli opposti, di sciogliere il superfluo per far dialogare gli aspetti più distanti nello spazio tangibile dell'opera d'arte. Nelle opere, elementi antitetici si risolvono lasciando emergere la ricerca, fine ultimo del suo processo artistico. Il valore di quest’ultima è ribadito dall’adozione di un approccio speculativo finalizzato all'individuazione del sé autentico, mai individuale ma trasversale all'esistenza, che giunge in definitiva alla distillazione dell'Io dall'inconscio.

Nel corso del processo creativo, il sistema si riorganizza nell’opera mediante alterazioni cromatiche e scarti semantici: i materiali di cui i lavori sono composti, agave disidratate e schiuma poliuretanica, hanno comune genesi ma esiti opposti. Questo connubio tra natura aspra e sintesi artificiale esprime il contrasto di forze che guida il pensiero, il viaggio da un opposto all’altro che anima la vita. La putrefazione dell'agave, materia organica, è all'origine della composizione chimica della materia artificiale usata dall'artista. La schiuma di poliuretano, in netta antitesi col processo di crescita naturale, reagisce istantaneamente all’aria e acquisisce forme imprevedibili che restano statiche. Di contro le foglie di agave nel corso di un lento processo di disidratazione si modificano cambiando di conseguenza l’aspetto dell’opera.

Realizzati in meno di un anno, i lavori in esposizione, mostrano il risultato del percorso catartico che l’artista ha compiuto attraverso il costante dialogo con gli assunti che lo hanno interessato. La sua ricerca, diacronica e trasversale a vari ambiti della conoscenza, lo ha portato a rapportarsi con artisti del passato, sia in senso estetico che concettuale, ma anche a riflettere su temi contemporanei, su fatti di cronaca come il delitto Pasolini o su film ricchi di implicazioni filosofiche come Blade Runner (R. Scott, 1982). Le tensioni suscitate dai temi sono trasformate dall’artista in forme libere che raccontano di queste esperienze, in visioni di paesaggi interiori, scavati, erosi dallo sguardo che ritrovano la strada solo alla fine del percorso. Tutto il buio del mondo non può divorare questo momento/chissà dove, mostra la compiutezza dell’impresa, l'annunciazione, la scoperta del sé autentico, la riconquistata luce che dipana le tenebre. Le opere di Riccardo D’Avola-Corte appaiono qui come souvenir di luoghi e suggestioni straordinarie, disposte come in una Wunderkammer per racchiudere e organizzare la complessità del mondo, offrire suggestioni, per ispirare il pensiero.

Domiziana Febbi

Riccardo D’Avola-Corte (Gaeta, 1993), vive e lavora a Roma dal 2021. Ha esposto in vari spazi e gallerie, tra cui, nel 2017, con il caffè internazionale di Palermo ha esposto al MaXXI per “the independent”. Nel 2019 ha realizzato la sua prima mostra personale “You will never understand what your caresses leaving on me” curata da Ben Sang per Final Hot Desert (Bonneville Salt Flats, Utah, Stati Uniti). Per Hyperspace Lexicon volume 4 a cura di Nicholas Campbell (Los Angeles, California) nel 2021. Infinite-Scroll al TraumabarundKino di Berlino con I8I durante la Berlin Art Week 2021. Ha preso parte al progetto Falconer con il collettivo I8I. Nel 2021 con Essenza club e Dharma collective ha partecipato alla mostra “Un soffio pestifero nel cielo nero della notte una candela brucia” a cura di Essenza club e Giulia Carpentieri e sempre con Essenza club ha preso parte a BaitBall 01 nel 2020 a Polignano a Mare organizzata e curata da Like a little disaster e Pane project. Alcune sue opere sono parte della collezione del Museo d’arte contemporanea di Alcamo dove ha partecipato con Natlalia Trejbalova alla mostra bi-personale “Il continente buio”.